Il Capolavoro del Caos: a Salerno, l’unica “Luci d’Artista” è il Rosso dei Freni

Storia del sogno perenne di multi parcheggi mai realizzati e di un Piano Traffico mai idoneo
A Salerno, la giornata non inizia con un caffè, ma con un atto di fede e un inevitabile, lento, atto unico di blocco stradale. Il traffico cittadino non è semplicemente un disagio; è diventato, nel corso degli anni, un’istituzione, un simbolo della città alla stregua delle Luci d’Artista e del lungomare, ma con la significativa differenza che il “blocco” è acceso 365 giorni l’anno. Ci si muove a passo d’uomo – o, per essere precisi, a passo di tartaruga napoletana post-pranzo – tra Via Eugenio Caterina, l’incrocio “piastra Nizza”, le arterie che portano alle autostrade da Via Manganario, e un Via Carmine trasformata in un interminabile serpente di lamiere e nervi tesi. Il copione è noto, la regia assente. L’unica cosa a scorrere fluidamente è il fiume di imprecazioni. Il paradosso raggiunge vette quasi surreali considerando la leadership politica che ha plasmato l’attuale fisionomia urbana. Fin dai primi, lunghi e gloriosi governi comunali guidati dall’attuale Governatore, Vincenzo De Luca, la città ha assistito a una frenetica stagione di cantieri e trasformazioni urbanistiche. Molto è stato fatto per l’estetica, ma stranamente, un elemento cruciale della mobilità è rimasto una figura retorica: il Piano Traffico Adeguato e l’agognata costruzione di Multiparcheggi strategici. Si è discusso di metropolitane, di avveniristiche piazze di mare, di stazioni firmate da archistar, ma l’elementare necessità di “parcheggiare le auto sotto terra o altrove che non sia la carreggiata” è rimasta un miraggio. Oggi, il risultato è un centro urbano che, pur moderno nell’aspetto, vive con la circolazione arteriosa di un novantenne affetto da colesterolo: ogni minima ostruzione provoca un infarto a catena. A dare il colpo di grazia – o, più appropriatamente, a suonare la sveglia con la tromba in piena doppia fila – è arrivato un inatteso grido di dolore, o meglio, di denuncia, dall’interno della stessa maggioranza. Il consigliere comunale con delega allo sport, Rino Avella, uno di quelli che fa i fatti, ha utilizzato il suo profilo social non per celebrare una vittoria, ma per segnalare un clamoroso autogoal amministrativo. “CITTÀ BLOCCATA, MANCANO DIRETTIVE DEL COMANDO DI POLIZIA MUNICIPALE. […] Eppure la data di apertura dell’anno scolastico era nota da tempo, così come era prevedibile l’intasamento dovuto alla mancata disciplina dei punti e degli incroci nevralgici.” L’ironia qui si fa palpabile: l’amministrazione è così prevedibile nel suo caos che persino i suoi membri (quelli seri che amano la città davvero) lo criticano pubblicamente, lamentando la mancanza di “direttive” per gestire ciò che è sempre stato gestibile: il ritorno a scuola. Le doppie file, come Avella sottolinea, sono ormai la “regola”, non l’eccezione. Si parcheggia ovunque, perfino davanti a un’Irno Center che, beffardamente, dispone di posti auto pubblici interrati sistematicamente ignorati. La richiesta al Sindaco di “convocare il Comandante” dei Vigili Urbani per “ribadire le esigenze di presidio sistematico degli incroci” è l’ammissione che il sistema, in assenza di un vigile in carne e ossa, collassa su se stesso in uno spettacolo di anarchia veicolare. Salerno è dunque una città splendidamente incasinata. Ha saputo costruirsi un’immagine di modernità e dinamismo, ma continua a operare come se l’automobile fosse stata inventata ieri. Il blocco mattutino non è un incidente, è la tradizione. E mentre attendiamo che il Sindaco assuma i “provvedimenti consequenziali e risolutivi” invocati dalla sua stessa maggioranza, ai pendolari non resta che un’unica direttiva chiara: aumentare la dose di pazienza e forse, ironicamente, considerare l’acquisto di un monopattino… rigorosamente parcheggiato in doppia fila, per non perdere l’abitudine. La città merita di più di questa eterna e immutabile “Arte del Blocco”. Merita una regia del traffico degna della sua architettura storico antica.