Basta Amministrazione di Sostegno! Firmiamo per l’Assistente Personale liberamente scelto

Alla luce delle continue segnalazioni che pervengono alle associazioni che si occupano di abusi e violenze ed alle associazioni di categoria sulla disabilità, è evidente il fallimento di intenti per cui è stata approvata la legge n. 6 del 2004 sull’amministrazione di sostegno. Misura tutelare definita inizialmente come “un abito cucito su misura per le caratteristiche della persona” che avrebbe dovuto tener conto della volontà del beneficiario limitandone al minimo la capacità di agire. Invece negli anni ci si è resi conto che i diritti dei soggetti vulnerabili non sono stati rispettati, anzi addirittura in molti casi è stata fatta loro violenza privandoli di libertà, autonomia, patrimonio, fino a derubarli e lasciarli vivere in condizione di indigenza ed abbandono.
La facilità con cui è possibile aprire un’amministrazione di sostegno, senza un’accurata indagine da parte dei giudici tutelari, ha fatto sì che si consolidasse un sistema impositivo di tale misura per cui persone con le più svariate problematiche vengono segnalate e sottoposte ad amministrazione di sostegno a loro insaputa o contro la loro volontà.
I giudici tutelari inoltre, anziché nominare i familiari o altra persona di fiducia per il ruolo di amministratore, lo assegnano prevalentemente ad avvocati e ad altri professionisti che vengono pagati dall’amministrato. Questi amministratori terzi non hanno alcuna competenza circa il ruolo che sono chiamati a svolgere e tantomeno sulle disabilità dei soggetti che devono gestire.
Nonostante ciò, i giudici concedono loro poteri di rappresentanza esclusiva dell’amministrato in ogni ambito della sua vita, comprese le decisioni sulla sua salute, sulla sua affettività, sulla residenza, ecc. In poche parole trattano gli amministrati come fossero interdetti!
Vengono in sostanza lesi i diritti costituzionali dei soggetti deboli, che vengono isolati dal contesto familiare e dal mondo esterno per diventare vittime di soprusi e di sfruttamento.
La situazione in Italia è diventata talmente degradante che perfino il Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità nel 2016 ha raccomandato all’Italia di abrogare la legge n. 6 del 2004 perché consente agli amministratori di sostegno di sostituirsi alla persona nel prendere decisioni e non si occupano del progetto di vita del beneficiario, delle sue aspirazioni e necessità.
Anche l’atteggiamento dell’amministratore e del giudice tutelare nei confronti dei familiari della persona amministrata è spesso negativo, nel senso che per evitare qualsiasi loro ingerenza nella gestione vengono screditati e diffamati. A volte addirittura minacciati di essere allontanati dall’amministrato o di ricoverare quest’ultimo in una RSA.
Riteniamo pertanto che la legge n. 6 del 2004 sull’amministrazione di sostegno debba essere abrogata così come richiesto dal Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, perché i cittadini italiani e soprattutto quelli vulnerabili hanno diritto di vivere liberamente la propria esistenza senza essere sottoposti alla tutela di un giudice, e senza dover rinunciare all’autogestione dipendendo totalmente da avvocati o operatori sociali.
L’abrogazione della legge non comporterebbe alcun vuoto legislativo in quanto la figura dell’amministratore di sostegno per i casi in cui dovesse essere strettamente necessario o se richiesta dallo stesso beneficiario è già contenuta nel codice civile. Tuttavia, per consentire ai cittadini di poter accedere volontariamente ad una forma di sostegno personalizzato che possa fornire aiuto o protezione al bisogno proponiamo in sostituzione degli istituti giuridici di tutela, tra cui appunto vi è l’amministrazione di sostegno, l’introduzione di un ASSISTENTE PERSONALE adeguatamente formato per adempiere a tali compiti senza prevaricare la volontà della persona.
L’ASSISTENTE PERSONALE infatti dovrebbe essere richiesto direttamente dagli utenti che possono scegliere di usufruire del servizio gratuitamente in quanto fornito dagli enti pubblici locali con finanziamento statale, oppure a pagamento con un contratto privato se preferiscono scegliere personalmente i professionisti. Gli utenti potranno rinunciare al servizio, riattivarlo, o chiedere la sostituzione dell’ASSISTENTE PERSONALE quando vogliono, liberamente.
Gli ASSISTENTE PERSONALI dovranno essere obbligatoriamente iscritti ad un albo professionale cui accedere dopo un percorso di formazione specialistico e relativo esame di abilitazione.
Figure simili sono già state prese in considerazione come alternative ai tutori ed agli amministratori di sostegno da diverse associazioni e movimenti per le disabilità, prendendo spunto dall’esperienza svedese che ha portato all’istituzione di una figura denominata Ombudsman per assistere, aiutare, tutelare i diritti, delle persone con problemi psichiatrici.
AILA Onlus Ets auspicando l’interessamento della politica circa l’introduzione dell’ASSISTENTE PERSONALE promuove una petizione popolare per il riconoscimento dell’inadeguatezza della legge n. 6 del 2004 nel far gestire la tutela della disabilità agli organi giudiziari, degli abusi commessi dagli amministratori di sostegno che si sono sostituiti in tutto e per tutto ai beneficiari della legge violando le normative italiane ed europee sui diritti dei cittadini, dei disabili, e dei malati, e della necessità di abrogarla sostituendola con l’istituzione della figura di ASSISTENTE PERSONALE preparato e fornitore di un servizio di aiuto esclusivamente su richiesta dell’interessato e per il tempo che ritiene opportuno.
FIRMA ANCHE TU!!!