13 Ottobre 2025

Campania: la vergogna politica di chi gioca col destino di cinque milioni di persone

524695152_122232421718166169_244943657604594718_n

di Luigi Cerciello

In Campania non si discute di lavoro, sanità, sicurezza o sviluppo. No. Qui si parla solo di poltrone, assetti di partito e accordi interni tra correnti in guerra. Mentre la nostra gente si arrangia come può, mentre i giovani emigrano e gli ospedali cadono a pezzi, i partiti giocano la solita partita di potere sulle nostre spalle. Il braccio di ferro esploso in Fratelli d’Italia tra Meloni, Fitto e Cirielli è solo l’ultimo episodio di una sceneggiata umiliante. Da settimane si discute del cosiddetto “lodo Cirielli”: un compromesso che garantirebbe al viceministro degli Esteri di restare in Consiglio regionale anche in caso di sconfitta, in cambio del controllo sulle liste del 2027. Un accordo che, nella sostanza, non cambia nulla per i cittadini, ma definisce ruoli, gerarchie e “posti” per chi conta nei palazzi del potere. Tutto questo mentre la Campania affonda. E nessuno, tra chi decide, sembra preoccuparsene davvero. In questa regione, una delle più giovani d’Italia, oltre il 30% dei ragazzi non trova un impiego. Il tasso di disoccupazione supera il 17%. Le liste d’attesa nella sanità pubblica sono diventate un incubo: mesi, a volte anni, per una visita. Gli ospedali chiudono reparti, i medici fuggono, i cittadini si curano a proprie spese o rinunciano del tutto. Le strade e i trasporti cadono a pezzi, le imprese non riescono a investire, i fondi del PNRR vengono dispersi tra ritardi e burocrazia. E in tutto questo, la classe politica locale — di destra come di sinistra — si mostra cieca, sorda e arrogante. Non una parola, non un progetto concreto. Solo manovre di potere, equilibri interni, trattative per decidere chi deve comandare e chi deve restare a galla. Secondo fonti interne, Edmondo Cirielli avrebbe accettato di restare nel Consiglio regionale anche in caso di sconfitta, ottenendo in cambio garanzie per un ruolo di peso nella composizione delle liste future.
Un patto che rappresenta l’essenza della politica moderna: non si governa per servire i cittadini, ma per garantirsi il prossimo giro di potere. Fitto e Meloni cercano di tenere insieme le correnti, bilanciare ambizioni e contenere il rischio di una disfatta elettorale. Ma il messaggio che arriva ai cittadini è devastante: non c’è spazio per voi, non c’è posto per i vostri problemi, non siete parte del gioco. Questa storia dimostra che ai politici campani non interessa assolutamente nulla della vita reale delle persone. Per loro, noi cittadini siamo pedine, strumenti di consenso, numeri da muovere nelle urne. Chi non accetta il gioco viene escluso, ignorato, schiacciato da un sistema clientelare che usa contratti precari, favori e promesse per tenere tutti sotto controllo.
È un sistema umiliante, oltraggioso, che calpesta la dignità di chi chiede solo un lavoro vero, una sanità decente, sicurezza, opportunità per i figli. Abbiamo una regione straordinaria, con un patrimonio culturale, naturale e umano che il mondo ci invidia. Eppure restiamo fermi. Non perché manchino le possibilità, ma perché mancano onestà, coraggio e visione politica. Chi dovrebbe amministrare pensa solo alla propria carriera, ai propri alleati, ai propri nemici. Intanto i borghi si spopolano, i giovani scappano, e le nostre coste vengono divorate dall’incuria e dalla speculazione. Alla gente non interessa nulla del braccio di ferro tra Meloni, Fitto o Cirielli. Non interessa nulla dei tavoli di coalizione, delle trattative o delle candidature blindate. La gente vuole vivere, lavorare, curarsi, crescere i propri figli in una terra che non sia una condanna. Questo teatrino politico è uno schiaffo alla dignità di un popolo intero. È la prova che la politica campana — di destra o di sinistra — ha smesso da tempo di rappresentare i cittadini, per rappresentare solo se stessa. Campania, svegliati, non è più uno slogan: è un dovere civile.

About Author