10 Agosto 2025

La Sanità “insana” e le lacrime di coccodrillo

sapri ospedale

di Luigi Cerciello

Parliamo della provincia di Salerno ma possiamo tranquillamente porre l’esempio per l’intera sanità campana.

È di questi giorni la notizia della chiusura definitiva del punto nascita di Polla e Sapri (ma anche di Sessa Aurunca e Piedimonte Matese).

Sprechi, numero di parti insufficienti, questo il motivo per cui il Ministero della Sanità ha rigettato la richiesta di proroga della chiusura. I vari schieramenti politici (coccodrilli) da destra a sinistra si sono subito accapigliati tra loro dandosi la colpa reciprocamente ben sapendo ognuno di loro di avere avuto ed avere una parte attiva nella chiusura di un centro che vede 191 parti all’anno in una comunità di più di 6000 residenti. Ciò stride molto con il gran parlare che fa la politica della conservazione dei piccoli centri, del combattere lo spopolamento delle aree interne e più disagiate e della Sanità di prossimità. Non sono servite a nulla neanche le numerose proteste, per strada, nelle piazze, al comune di Sapri, dove i cittadini hanno protestato dimostrando la loro contrarietà. La vicenda saprese mostra platealmente l’inconsistenza e le lacrime di coccodrillo della politica locale e nazionale e quanto contino e vengano ascoltate le richieste dei cittadini. Ciò nonostante i politici locali continuano ad avere presa sul territorio per colpa di poche connivenze, “interessati” abituati alla consuetudine del “tecchete e damme”.  Ma cerchiamo di capire, con l’avvicinarsi del voto regionale, perché la Regione Campania ha accettato di buon grado il diniego di una proroga. Secondo precedenti disposizioni, anteriori al Governo attuale di centrodestra, era già stata disposta la chiusura di alcuni punti nascita come parte del piano per il rientro della spesa sanitaria regionale. In precedenza una prima deroga è stata già chiesta ed accordata, una seconda “no”, ma l’attuale presidenza regionale non si è ribellata più di tanto ed ha preferito puntare il dito contro il Governo nazionale scaricandogli tutte le colpe. Il Governo dal canto suo, probabilmente ha pensato negando la proroga, di poter mettere in difficoltà l’attuale giunta regionale, minandola nel suo consenso utilizzando l’arma della sanità, ma si sbaglia. Passata l’estate, con la revoca del commissariamento della Regione Campania e con i cantieri aperti per i nuovi ospedali in tutta la Regione, ma soprattutto avendo la possibilità di avere mano libera sulla Sanità Regionale senza dover passare per l’approvazione del governo centrale e con un probabile slittamento delle elezioni regionali, il centro sinistra potrà guadagnare in poco tempo e nell’imminenza delle elezioni il più ampio consenso dando l’immagine di una sanità economicamente sanata e modernizzata.  Nello stesso tempo potrà assicurarsi il controllo di un flusso consolidato e costante, quello della sanità regionale con i suoi mille rivoli economici e clientelari, per almeno altri 5/10 anni. Altro che ripopolamento e salvataggio dei piccoli centri sacrificati dunque, è l’attuazione del machiavellico piano del maestro degli inganni. Una inesorabile condanna senza appello per le comunità ulteriormente depauperate di servizi e sempre più avviate ad un mesto quanto inesorabile abbandono. Ma il problema non sono solo i politici che fanno i propri interessi in termini personali e (forse) di partito ma il cittadino, che non cogliendo i segnali perde la visione dell’insieme e delle conseguenze tragiche dietro fatue promesse di venditori di sogni, lì dove per un piatto di ceci (che già è suo e gli spetta di diritto) permette che la sua intelligenza venga offesa distruggendo il futuro suo e dei suoi figli e nipoti.

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